martedì 27 gennaio 2009

Giorno della Memoria.






Non possiamo e non dobbiamo dimenticare oggi quelle grida di speranza e di aiuto di milioni di persone, sterminate per un violento e sanguinoso pregiudizio.



Vogliamo dire BASTA, MAI più a cose del genere. Nessuno è padrone della propria vita, nessuno può prendersi il diritto di uccidere , di colpire, quei tanti innocenti che alzando le mani al cielo esclamano: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?



Ci bastano poche immagini a far suscitare in noi sentimenti di profonda tristezza ma allo stesso tempo di profonda amarezza e desolazione nei confronti degli autori di questi massacri.



"Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla".. " se dovessi camminare in una valle oscura non temerei alcun male perché tu sei con me". è in questa valle oscura, tenebrosa, fittizia che camminarono milioni di innocenti per i sentieri " del filo spinato" per quei viali dove riecheggiava la Frase: " arbeit macht frein" ( il lavoro rende liberi). Ma dov'era il lavoro? Ma soprattutto dov'era la dignità dell'uomo?. ERA CALPESTATA , dimenticata, tra quei tanti mucchi di scarpe, o tra quei cadaveri esanimi.






Ti prego Signore, mai più nella storia dell'uomo si verifichino cose del genere! Il nostro grido di speranza si unisce al grido di preghiera per quei tanti uccisori. SIGNORE PERDONALI!

lunedì 26 gennaio 2009

Ut unum sint-Che siano una cosa sola!

Settimana di Preghiera per l'unità dei Cristiani




Si è conclusa ieri nella fantastica Basilica di San Paolo Fuori le mura, la Settimana di Preghiera per l'unità tra i cristiani, con i Vespri celebrati da sua Santità Benedetto XVI in presenza di rappresentanti delle varie confessioni religiose.




Un invito forte a seguire Cristo in modo audace e consapevole, a continuare con perseveranza sulla strada della piena unità, ricercando costantemente - sulle orme di colui che fu Apostolo tra le genti - la conversione del cuore, che esige il nostro si davanti a Dio. Lo ha rivolto ieri sera Benedetto XVI alle centinaia di fedeli riuniti nella Basilica di San Paolo fuori le mura, incoraggiandoli a farsi conquistare da Cristo, a correre verso di lui, per iniziare un nuovo cammino:




“In realtà, la conversione di San Paolo non fu un passaggio dall’immoralità alla moralità, da una fede sbagliata ad una fede corretta: fu l’essere conquistato dall’amore di Cristo, la rinuncia alla propria perfezione, fu umiltà di chi si mette senza riserva al servizio di Cristo per i fratelli. E solo in questa rinuncia a noi stessi, in questa conformità con Cristo, possiamo essere uniti anche tra di noi, divenire uno in Cristo. E’ la comunione con il Cristo risorto che ci dona l’unità”.





In un mondo segnato da ogni genere di divisioni e alienazioni, dove - ha ribadito il Papa - spesso prevale il tragico rumore della violenza e delle armi, la forza profetica della parola di Dio, grazie anche all’esempio di San Paolo, non viene meno e ci ripete che la pace, l’unità, la comunione sono possibili, così come il profeta Ezechiele annuncia la riunificazione delle tribù di giuda e di Israele, usando l’immagine simbolica di due legni riuniti in uno nella mano del profeta. La posizione della Chiesa, sull’esempio di San Paolo che sotto l’azione dello Spirito Santo diventa uno strumento eletto della predicazione dell’unità, rimane perciò quella della speranza, radicata - ha affermato Benedetto XVI - nella volontà di Dio di trasformare la frattura e la frammentazione in unità ed integrità, l’odio che procura morte in amore che dà vita:

“Che deve essere segno e strumento di riconciliazione e di pace anche sul piano storico per tutte le nazioni, l’unità che Dio dona alla sua Chiesa e per la quale noi preghiamo, e naturalmente la comunione in senso spirituale nella fede e nella carità. Ma noi sappiamo che questa unità in Cristo è fermento di fraternità anche sul piano sociale, nei rapporti tra le nazioni e per l’intera famiglia umana. Perciò, la nostra preghiera per l’unità e per la pace chiede sempre di essere comprovata da gesti coraggiosi di riconciliazione tra noi cristiani".

Poi, il Papa si è soffermato sulla necessità che i cristiani che vivono in Terra Santa offrano per primi testimonianza di unità nella diversità, che deve essere considerata non un ostacolo bensì una ricchezza:


"Penso ancora alla Terra Santa, quanto è importante che i fedeli che vivono là, come pure i pellegrini che vi si recano, offrano a tutti la testimonianza che la diversità dei riti e delle tradizioni non dovrebbe costituire un ostacolo al mutuo rispetto e alla carità fraterna nelle diversità legittime di tradizione diverse. Dobbiamo cercare l’unità nella fede”.


Esprimendo la necessità di un impegno futuro per trovare nuove vie per la continuazione delle relazioni tra le Chiese e le comunità ecclesiali, il Santo Padre, citando le parole contenute nel Decreto Unitatis Redintegrazio, ha ribadito con forza che un ecumenismo vero è possibile solo attraverso una conversione interiore. Solo il connubio tra conversione, rinnovamento spirituale, carità verso gli altri cristiani può dar vita ad una nuova situazione nelle relazioni ecumeniche:


“Rimane aperto davanti a noi l’orizzonte della piena unità. Si tratta di un compito arduo, ma entusiasmante per i cristiani, che vogliono vivere in sintonia con la preghiera del Signore, che tutti siano uno, affinché il mondo creda. Il Concilio Vaticano II ci ha prospettato che il santo proposito di riconciliare tutti i cristiani nell’unità della Chiesa di Cristo, unica, supera le forze e le doti umane”.






"Lo stesso Signore, che chiamò Saulo sulla via di Damasco, si rivolge ai membri della sua Chiesa – che è una e santa – e chiamando ciascuno per nome domanda: perché mi hai diviso? perché hai ferito l’unità del mio corpo?" (omelia del Papa)


sabato 24 gennaio 2009

Fare esperienza di Gesù.

Fare esperienza con Gesù, non è cosa da poco! L'incontro quotidiano tra la divinità e l'umanità , quest'ultima tipica dell'essere uomo, non può e non deve essere sottovalutato. Ma, mi domando, al mondo d'oggi si fa esperienza con Dio, con Cristo, nell'amore dello Spirito Paraclito? Certamente le risposte possono essere diverse ma lo scenario di un mondo che va sempre più in delirio, ci fa affermare ciò che mai e poi mai vorremmo sentire o pronunciare : IL MONDO SI è DIMENTICATO DI DIO!
Ma la risposta ci viene da Dio, presente anch' essa nella Sacra Scrittura: " Come una madre non si dimentica del proprio bambino così io non mi dimenticherò mai di voi!". è questa la novità dell'essere cristiano: sapere ed essere certi che Dio non può dimenticare i suoi figli, quei figli comprati a così caro prezzo, come ci dice San Paolo. L'amore che Dio ha verso ognuno di noi è un amore nuovo, un amore dalla forma del tutto speciale. Un amore capace di perdonare e di AMARE è quello che Dio ha verso il suo " piccolo gregge".
Agli occhi dei popoli, come narra il Deuteronomio, mai e poi mai, si era visto una così vicinanza di Dio verso il suo popolo. " Sarò con voi ogni volta che mi invocherete". Sì, sono qui. Vi conosco. Vi amo. C'è una strada che da me viene a voi. E c'è una strada che da voi sale a me.
Ma nel corso della storia umana, segnata da così grandi avvenimenti, gioiosi e catastrofici, il popolo Santo di Dio, la stirpe regale, ha pian piano abbandonato le vie di Dio, quelle vie che sono diverse dalle vie umane , come dice il Profeta Isaia. Ma ancora una volta, Dio è stato vicino, perché il suo amore perdura per mille generazione, perché il suo cuore è mite, il giogo imposto da Lui è un giogo soave.
Infine, non ci resta che pregare, pregare ed amare. Amare Dio e amare il prossimo: sia questo il nostro modello di vita! Preghiamo l'Onnipotente che accenda quel fuoco d'amore, affinché bruci i nostri cuori nei nostri petti e ci rendi simili di Cristo, rivestiti dei suoi stessi sentimenti!

venerdì 23 gennaio 2009

Il Vaticano apre i suoi orizzonti sul Web.

Nato il primo Canale Vaticano nel celeberrimo sito di visualizzazione Video,

" You tube".




"Le nuove tecnologie hanno anche aperto la strada al dialogo tra persone di differenti paesi, culture e religioni. La nuova arena digitale, il cosiddetto cyberspace, permette di incontrarsi e di conoscere i valori e le tradizioni degli altri. Simili incontri, tuttavia, per essere fecondi, richiedono forme oneste e corrette di espressione insieme ad un ascolto attento e rispettoso. Il dialogo deve essere radicato in una ricerca sincera e reciproca della verità, per realizzare la promozione dello sviluppo nella comprensione e nella tolleranza. La vita non è un semplice succedersi di fatti e di esperienze: è piuttosto ricerca del vero, del bene e del bello. Proprio per tale fine compiamo le nostre scelte, esercitiamo la nostra libertà e in questo, cioè nella verità, nel bene e nel bello, troviamo felicità e gioia. Occorre non lasciarsi ingannare da quanti cercano semplicemente dei consumatori in un mercato di possibilità indifferenziate, dove la scelta in se stessa diviene il bene, la novità si contrabbanda come bellezza, l’esperienza soggettiva soppianta la verità."






giovedì 22 gennaio 2009

Chiedo scusa ufficialmente.


Carissimi amici e lettori, finalmente sono ritornato, dopo un arco di tempo di un anno e passa, quasi due..Certo non ho abbandonato per piacere questo blog, che era nato con tanto entusiasmo, ma ovvi e vari motivi mi hanno impedito a curare questo blog. Stamani un mio carissimo amico che saluto, mi ha ricordato di avere un blog su Blogger e allora ho preso un piccolo impegno, di non lasciare questo ricchissimo blog nel "dimenticatoio" mentre dedico molto tempo a cose che sinceramente non meriterebbero se non un piccolissimo arco di tempo..Spero che quest'arco di tempo non vi abbia fatto dimenticare questo sito. Mi auguro di poterlo trattare per quanto vale.


In Christo omnia vivit.


Vi saluto e vi abbraccio nella fede e nella gioia del Signore Gesù.


il vostro Antonio.