martedì 27 gennaio 2009
Giorno della Memoria.
lunedì 26 gennaio 2009
Ut unum sint-Che siano una cosa sola!
“In realtà, la conversione di San Paolo non fu un passaggio dall’immoralità alla moralità, da una fede sbagliata ad una fede corretta: fu l’essere conquistato dall’amore di Cristo, la rinuncia alla propria perfezione, fu umiltà di chi si mette senza riserva al servizio di Cristo per i fratelli. E solo in questa rinuncia a noi stessi, in questa conformità con Cristo, possiamo essere uniti anche tra di noi, divenire uno in Cristo. E’ la comunione con il Cristo risorto che ci dona l’unità”.
In un mondo segnato da ogni genere di divisioni e alienazioni, dove - ha ribadito il Papa - spesso prevale il tragico rumore della violenza e delle armi, la forza profetica della parola di Dio, grazie anche all’esempio di San Paolo, non viene meno e ci ripete che la pace, l’unità, la comunione sono possibili, così come il profeta Ezechiele annuncia la riunificazione delle tribù di giuda e di Israele, usando l’immagine simbolica di due legni riuniti in uno nella mano del profeta. La posizione della Chiesa, sull’esempio di San Paolo che sotto l’azione dello Spirito Santo diventa uno strumento eletto della predicazione dell’unità, rimane perciò quella della speranza, radicata - ha affermato Benedetto XVI - nella volontà di Dio di trasformare la frattura e la frammentazione in unità ed integrità, l’odio che procura morte in amore che dà vita:
"Penso ancora alla Terra Santa, quanto è importante che i fedeli che vivono là, come pure i pellegrini che vi si recano, offrano a tutti la testimonianza che la diversità dei riti e delle tradizioni non dovrebbe costituire un ostacolo al mutuo rispetto e alla carità fraterna nelle diversità legittime di tradizione diverse. Dobbiamo cercare l’unità nella fede”.
“Rimane aperto davanti a noi l’orizzonte della piena unità. Si tratta di un compito arduo, ma entusiasmante per i cristiani, che vogliono vivere in sintonia con la preghiera del Signore, che tutti siano uno, affinché il mondo creda. Il Concilio Vaticano II ci ha prospettato che il santo proposito di riconciliare tutti i cristiani nell’unità della Chiesa di Cristo, unica, supera le forze e le doti umane”.
"Lo stesso Signore, che chiamò Saulo sulla via di Damasco, si rivolge ai membri della sua Chiesa – che è una e santa – e chiamando ciascuno per nome domanda: perché mi hai diviso? perché hai ferito l’unità del mio corpo?" (omelia del Papa)
sabato 24 gennaio 2009
Fare esperienza di Gesù.
Ma la risposta ci viene da Dio, presente anch' essa nella Sacra Scrittura: " Come una madre non si dimentica del proprio bambino così io non mi dimenticherò mai di voi!". è questa la novità dell'essere cristiano: sapere ed essere certi che Dio non può dimenticare i suoi figli, quei figli comprati a così caro prezzo, come ci dice San Paolo. L'amore che Dio ha verso ognuno di noi è un amore nuovo, un amore dalla forma del tutto speciale. Un amore capace di perdonare e di AMARE è quello che Dio ha verso il suo " piccolo gregge".
Agli occhi dei popoli, come narra il Deuteronomio, mai e poi mai, si era visto una così vicinanza di Dio verso il suo popolo. " Sarò con voi ogni volta che mi invocherete". Sì, sono qui. Vi conosco. Vi amo. C'è una strada che da me viene a voi. E c'è una strada che da voi sale a me.
Ma nel corso della storia umana, segnata da così grandi avvenimenti, gioiosi e catastrofici, il popolo Santo di Dio, la stirpe regale, ha pian piano abbandonato le vie di Dio, quelle vie che sono diverse dalle vie umane , come dice il Profeta Isaia. Ma ancora una volta, Dio è stato vicino, perché il suo amore perdura per mille generazione, perché il suo cuore è mite, il giogo imposto da Lui è un giogo soave.
Infine, non ci resta che pregare, pregare ed amare. Amare Dio e amare il prossimo: sia questo il nostro modello di vita! Preghiamo l'Onnipotente che accenda quel fuoco d'amore, affinché bruci i nostri cuori nei nostri petti e ci rendi simili di Cristo, rivestiti dei suoi stessi sentimenti!