sabato 13 ottobre 2007

La Parola del Papa

DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVIAI COMPONENTI DEL CAPITOLO VATICANO
Sala Clementina Lunedì, 8 ottobre 2007


Cari componenti del Capitolo Vaticano!
Da tempo desideravo incontrarvi e colgo volentieri quest'occasione per manifestarvi di persona la mia stima e il mio affetto. A ciascuno di voi rivolgo un saluto cordiale. In particolare saluto l'Arciprete, Mons. Angelo Comastri, che ringrazio per le parole con cui ha presentato questa antica e venerabile istituzione. Con lui saluto il Vicario, Mons. Vittorio Lanzani, i Canonici e i Coadiutori. Ho apprezzato che Lei, Signor Arciprete, abbia ricordato la presenza ininterrotta di clero orante nella Basilica Vaticana fin dai tempi di San Gregorio Magno: una presenza continua, volutamente non appariscente, ma fedele e perseverante.
Propriamente tuttavia, voi cari Canonici lo sapete bene, il vostro Capitolo ebbe inizio nel 1053, quando Papa Leone IX confermò all'Arciprete e ai Canonici di San Pietro, stabilitisi nel monastero di Santo Stefano Maggiore, i possessi e i privilegi concessi dai suoi predecessori. Fu poi con il pontificato di Eugenio IV (1145-1153) che il Capitolo acquistò le caratteristiche di una comunità ben strutturata e autonoma. Vi fu, in sostanza, un lungo e graduale passaggio da una struttura monasteriale, posta al servizio della Basilica, all'attuale struttura canonicale. Sotto la guida dell'Arciprete, l'attività del Capitolo Vaticano si è rivolta fin dalle origini a svariati campi di impegno: quello liturgico per la celebrazione corale e per la cura quotidiana dei servizi annessi al culto; il campo amministrativo per la gestione del patrimonio della Basilica e delle chiese filiali; il campo pastorale, nel quale al Capitolo era affidata la cura del rione Borgo; il campo caritativo, in cui il Capitolo svolgeva forme assistenziali proprie e di collaborazione con l'ospedale Santo Spirito ed altre istituzioni. Dal secolo XI fino ad oggi si contano ben 11 Papi che hanno fatto parte del Capitolo Vaticano e tra questi mi piace ricordare in particolare i Papi del Novecento Pio XI e Pio XII. A partire dal secolo XVI, allorché cominciò la costruzione della nuova Basilica - abbiamo celebrato l'anno scorso il 5° centenario della posa della prima pietra - la storia del Capitolo Vaticano si intreccia con quella della Fabbrica di San Pietro, due istituzioni separate, ma unite nella persona dell'Arciprete, che si prende cura di assicurare una reciproca proficua collaborazione.
Nel secolo scorso, specialmente negli ultimi decenni, l'attività del Capitolo nella vita della Basilica Vaticana si è progressivamente orientata verso la riscoperta delle sue vere originarie funzioni, consistenti soprattutto nel ministero della preghiera. Se la preghiera è fondamentale per tutti i cristiani, per voi, cari fratelli, è un compito, per così dire, "professionale". Come ebbi a dire durante il recente viaggio in Austria, la preghiera è servizio al Signore, il quale merita di essere sempre lodato e adorato, ed è al tempo stesso testimonianza per gli uomini. E là dove Dio viene lodato e adorato con fedeltà, la benedizione non manca (cfr Discorso ad Heiligenkreutz, 9 settembre 2007). Ecco quale è la natura propria del Capitolo Vaticano e il contributo che da voi attende il Papa: ricordare con la vostra presenza orante presso la tomba di Pietro che nulla va anteposto a Dio; che la Chiesa è tutta orientata a Lui, alla sua gloria; che il primato di Pietro è al servizio dell'unità della Chiesa e che questa a sua volta è al servizio del disegno salvifico della Santissima Trinità.
Cari e venerati fratelli, confido molto in voi e nel vostro ministero affinché la Basilica di San Pietro possa essere un autentico luogo di preghiera, di adorazione e di lode al Signore. In questo luogo sacro, dove giungono ogni giorno migliaia di pellegrini e turisti da tutto il mondo, più che altrove è necessario che accanto alla tomba di Pietro vi sia una comunità stabile di preghiera, che garantisca continuità con la tradizione e al tempo stesso interceda per le intenzioni del Papa nell'oggi della Chiesa e del mondo. In questa prospettiva invoco su di voi la protezione di San Pietro, di San Giovanni Crisostomo, le cui reliquie sono conservate proprio nella vostra Cappella, e degli altri santi e beati presenti nella Basilica. Su di voi vegli la Vergine Immacolata, la cui effigie da voi venerata nella Cappella del Coro venne incoronata dal beato Pio IX nel 1854 e circondata di stelle cinquanta anni dopo, nel 1904, da San Pio X. Vi ringrazio ancora una volta per lo zelo con cui adempite al vostro compito e, mentre vi assicuro uno speciale ricordo nella Santa Messa, imparto di cuore a voi e ai vostri cari la Benedizione Apostolica.

© Copyright 2007 - Libreria Editrice Vaticana
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INAUGURAZIONE DEL PORTONE DI BRONZO, A CONCLUSIONE DEI LAVORI DI RESTAURO
DISCORSO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
Venerdì, 12 ottobre 2007

Venerati Fratelli,illustri Signori e Signore,cari fratelli e sorelle!
Ci siamo dati appuntamento in questo luogo che costituisce l’ingresso principale al Palazzo Apostolico, per benedire e inaugurare il Portone di Bronzo completamente restaurato dopo due anni di paziente e ingegnoso lavoro. Si tratta di un evento di per sé non di grande rilievo, ma significativo per la funzione che questo singolare Portone svolge e per i secoli di storia ecclesiale che esso ha visto scorrere. Vi ringrazio pertanto per la vostra presenza e a ciascuno di voi rivolgo il mio cordiale saluto.
Questo Portone fu realizzato da Giovanni Battista Soria e Orazio Censore durante il pontificato di Paolo V, che tra il 1617 e il 1619 volle rinnovare completamente l’intera struttura della Porta Palatii. Nel 1663, dopo il colossale intervento architettonico dovuto al genio di Gian Lorenzo Bernini, esso fu spostato nell’attuale posizione, cioè sulla soglia tra il Colonnato di Piazza San Pietro e il Braccio di Costantino. Usurato dal tempo, si pensò di restaurarlo in occasione del Grande Giubileo del 2000, ma questa operazione di radicale ripristino si è resa possibile solo qualche anno dopo. Il Portone è stato così smontato e non solo accuratamente ricondotto alla sua bellezza originaria secondo i metodi e le tecniche più moderni, bensì anche consolidato con un’anima di acciaio. Ed ora ha ripreso il suo posto e la sua funzione, sotto il bel mosaico raffigurante la Madonna col Bambino tra i Santi Pietro e Paolo.
Proprio perché segna l’accesso alla Casa di colui che il Signore ha chiamato a guidare come Padre e Pastore l’intero Popolo di Dio, questo Portone assume un valore simbolico e spirituale. Lo varcano coloro che vengono per incontrare il Successore di Pietro. Vi transitano pellegrini e visitatori diretti nei vari Uffici del Palazzo Apostolico. Esprimo di cuore l’auspicio che quanti entrano per il Portone di Bronzo possano sentirsi sin dal loro ingresso accolti dall’abbraccio del Papa. La Casa del Papa è aperta a tutti.
Il mio pensiero di apprezzamento e la mia riconoscenza vanno a quanti hanno reso possibile questa urgente e radicale opera di restauro. Prima di tutto a chi ha diretto e realizzato i lavori nelle loro diverse fasi: ai Servizi Tecnici del Governatorato e ai Laboratori di Restauro dei Musei Vaticani, che si sono avvalsi della competenza di ditte specializzate per le parti in legno e in metallo. E’ stato possibile affrontare questo lungo e impegnativo intervento grazie al generoso sostegno finanziario dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro e del Credito Artigiano. Pertanto, esprimo viva gratitudine a questi due Istituti, che hanno voluto così rinnovare un’espressione di fedeltà al Sommo Pontefice e di attenzione ai beni artistici della Santa Sede. Il mio grazie più sincero si estende a quanti, in vario modo, hanno offerto il loro contributo.
Ed ora ai responsabili, alle maestranze ed ai benefattori, come pure a ciascuno di voi qui presenti assicuro un ricordo nella preghiera, mentre con affetto imparto a tutti la Benedizione Apostolica.

© Copyright 2007 - Libreria Editrice Vaticana

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