sabato 6 ottobre 2007

Liturgia della Domenica...XXVII Domenica del T.O.



XXVII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO
Anno C




PROPRIO DELLA S. MESSA
tratto dal Missale Romanum a.D. 1962 promulgatum
e traduzione italiana delle letture secondo
la traduzione proposta dalle CEI


Domenica 7 ottobre 2007


XIX Domenica dopo Pentecoste
Beata Vergine del Santo Rosario

INTRÓITUS
Salus pópuli ego sum, dicit Dóminus: de
quacúmque tribulatióne clamáverint ad
me, exáudiam eos: et ero illórum
Dóminus in perpétuum.
Ps. 77, 1 - Atténdite, pópule meus,
legem meam: inclináte áurem vestram
in verba oris mei.
Glória Patri…
Salus pópuli ego sum, dicit Dóminus,…

ORÁTIO
Omnípotens et miséricors Deus, univérsa
nobis adversántia propitiátus exclúde: ut
mente et córpore páriter expedíti, quae
tua sunt, líberis méntibus exsequámur.
Per Dóminum nostrum Iesum Christum,
Fílium tuum, qui tecum vívit et regnat in
unitáte Spíritus Sancti, Deus, per ómnia
saécula saeculórum.
Deus, cuius Unigénitus per vitam, mortem
et resurrectiónem suam nobis salútis
aetérnae praémia comparávit: concéde,
quaésumus, ut, haec mystéria
sacratíssimo beátae Mariae Vírginis
Rosário recoléntes, et imitémur quod
cóntinent, et quod promíttunt assequámur.
Per eúmdem Dóminum nostrum Iesum
Christum, Fílium tuum, qui tecum vívit
et regnat in unitáte Spíritus Sancti, Deus,
per ómnia saécula saeculórum.
M. - Amen.

EPISTOLA
Léctio Epístolae B. Pauli Ap. ad Ephésios, 4, 23-28

Fratelli: dovete rinnovarvi nello spirito della vostra mente e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera. Perciò, bando alla menzogna: dite ciascuno la verità al proprio prossimo; perché siamo membra gli uni degli altri. Nell'ira, non peccate; non tramonti il sole sopra la vostra ira, e non date occasione al diavolo. Chi è avvezzo a rubare non rubi più, anzi si dia da fare lavorando onestamente con le proprie mani, per farne parte a chi si trova in necessità.
M. - Deo grátias.

GRADUALE

Ps. 140, 2 - Dirigátur orátio mea,
sicut incénsum in conspéctu tuo,
Dómine.
Elevátio mánuum meárum sacrifícium
vespertínum.

ALLELÚIA

Allelúia, allelúia.
Ps. 104, 1 - Confitémini Dómino, et
invocáte nomen eius: annuntiáte inter
gentes ópera eius. Allelúia.

EVANGÉLIUM
Sequéntia S. Evangélii secundum Matthaéum, 22, 1-14


In quel tempo Gesù riprese a parlar loro in parabole e disse: "Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire: Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti".
M. - Laus tibi Christe.

ANTÍPHONA AD OFFERTÓRIUM

Ex. 24, 4 et 5 - Sanctificávit Móyses
altáre Dómino, ófferens super illud
holocáusta, et ímmolans víctimas: fecit
sacrifícium vespertínum in odórem
suavitátis Dómino Deo in conspéctu
filiórum Israël.

SECRÉTA
Haec múnera, quaésumus, Dómine, quae
óculis tuae maiestátis offérimus, salutária
nobis esse concéde. Per Dóminum
nostrum Iesum Christum, Fílium tuum,
qui tecum vívit et regnat in unitáte
Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saécula
saeculórum.

Fac nos, quaésumus, Dómine, his
munéribus offeréndis conveniénter
aptári: et per sacratíssimi Rosárii
mystéria sic vitam, passiónem, et glóriam
Unigéniti tui recólere; ut eius digni
promissiónibus efficiámur. Qui tecum
vivit et regnat in unitáte Spíritus Sancti,
Deus, per ómnia saécula saeculórum.
M. - Amen.

PREFAZIO DELLA SS. TRINITÀ


COMMÚNIO
Ps. 95, 8-9 - Tóllite hóstias, et introíte
in átria eius: adoráte Dóminum in aula
sancta eius.

POSTCOMMÚNIO
Tua nos, Dómine, medicinális operátio,
et a nostris perversitátibus cleménter
expédiat et tuis semper fáciat inhaerére
mandátis. Per Dóminum nostrum
Iesum Christum, Fílium tuum, qui
tecum vívit et regnat in unitáte Spíritus
Sancti, Deus, per ómnia saécula
saeculórum.

Sanctíssimae Genitrícis tuae, cuius
Rosárium celebrámus, quaésumus,
Dómine, précibus adiuvémur: ut et
mysteriórum, quae cólimus, virtus
percipiátur; et sacramentórum, quae
súmpsimus, obtineátur efféctus. Qui vívis
et regnas cum Deo Patre in unitáte
Spíritus Sancti, Deus, per ómnia saécula
saeculórum.
M. Amen.


PRIMA LETTURA: Ab 1,2-3; 2, 2-4;
Sal 94
SECONDA LETTURA:2 Tm 1,6-8.13-14;



Vangelo Lc 17, 5-10

Se aveste fede!

Dal vangelo secondo Luca

In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Aumenta la nostra fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare».

La forza di chi ha fede
Il cristianesimo è fede. E’ questa una sua caratteristica specifica. «Noi diamo troppo alla leggera per presupposto che religione e fede siano sempre la stessa identica cosa. Ciò in realtà risulta vero solo in maniera limitata...Ad esempio, l’Antico Testamento si è presentato complessivamente non sotto il concetto di fede, bensì sotto quello di legge.Esso incarna primariamente un assetto di vita, nell’ambito del quale per altro l’atto di fede va continuamente acquistando maggiore importanza.Per la religiosità romana poi, non è affatto decisivo che si emetta un atto di fede nel soprannaturale, esso può addirittura mancare completamente senza che per questo venga meno la religione. Siccome essa è essenzialmente un sistema di riti, ai suoi occhi l’elemento determinante è rappresentato dalla minuziosa osservanza delle cerimonie» (J. Ratzinger).Il giusto vivrà per la sua fede. La storia della fede comincia con Abramo. Il suo atteggiamento di fronte a Dio è un atteggiamento di fede. Anche se il nostro padre nella fede non ne ha percepito distintamente l’oggetto, tuttavia ha avuto tutte le condizioni personali necessarie alla fede. Egli ha risposto prontamente «sì» alla chiamata di Dio, che sconvolgeva i suoi piani, disposto a dare tutto a lui, anche il figlio, abbandonando ogni calcolo umano.Egli ha superato le apparenti contraddizioni per rimettersi soltanto alla parola di Dio, e ha visto in essa la verità che salva.I profeti, durante tutta la storia del popolo di Dio, sono stati gli araldi della fede; lo hanno invitato a superare le assicurazioni e le alleanze umane per attaccarsi con fiducia alla parola data da Dio. Credere è darsi a Dio. Lo vediamo nella prima lettura: Dio «sembra» assente dalla storia. Il profeta lo interroga sull’enigma della oppressione e della ingiustizia che dilagano nella società in cui vive sia all’interno di Israele sia nel gioco delle nazioni per il quale i deboli sono schiacciati. Dio risponde che la fede è l’unica via per comprendere il mistero della storia.La risposta di Dio non è però una facile consolazione: egli parla di una ancor lunga attesa. Ciò che conta è restare saldamente ed unicamente ancorati a Dio; credere al suo amore nonostante ogni apparenza contraria, perché la sua parola non ci può ingannare.La fede è adesione incondizionata alla persona di GesùNel Nuovo Testamento l’oggetto della fede raggiunge la pienezza: il Figlio di Dio si è manifestato e il suo regno si è costituito. Ma l’atteggiamento personale resta identico; una decisione della volontà che ama, muove l’intelligenza a superare i calcoli umani per rimettersi a Dio con tutta fedeltà.La fede dunque non consiste tanto in una adesione intellettuale ad una serie di verità astratte, ma è l’adesione incondizionata ad una persona, a Dio che ci propone il suo amore in Cristo morto e risorto. Per questo la fede è obbedienza a Dio, comunione con lui, vittoria sulla solitudine.E’ un dono di Dio, ma un dono che aspetta la nostra libera risposta, che vuole diventare l’anima della nostra vita quotidiana e della comunità cristiana.Fede come liberazione da ogni idoloE’ anche una conoscenza nuova, un modo di leggere la realtà con gli occhi di Cristo.«La fede è virtù, atteggiamento abituale dell’anima, inclinazione permanente a giudicare e ad agire secondo il pensiero di Cristo con spontaneità e vigore» (RdC 52).Il cristiano animato dalla fede trova in essa la critica permanente ad ogni ideologia e la liberazione da ogni idolo. «Questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo, la nostra fede» (1 Gv 5,4). Oggi il cristiano vive in un mondo secolarizzato da cui Dio è assente; un mondo che vive e si organizza senza di lui. Ma è proprio in questo mondo che il cristiano con la sua fede smantella le false sicurezze ponendo interrogativi fondamentali e proponendo a tutti la sua grande speranza.La fede cristiana è quindi sfidata a farsi propugnatrice di problemi che nessun laboratorio, nessun esperimento e nessun calcolatore elettronico possono risolvere e che tuttavia decidono il destino dell’uomo e del mondo.Per i cristiani perciò è più che mai attuale l’invocazione dei discepoli: «Signore, aumenta la nostra fede».

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