venerdì 28 settembre 2007

Bollettino della Santa Sede


Bollettino del 28 Settembre 2007
MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER IL DIALOGO INTERRELIGIOSO AI MUSULMANI PER LA FINE DEL RAMADAN , 28.09.2007

Cristiani e Musulmani:chiamati a promuovere una cultura di pace
Cari amici musulmani,
1. Mi è particolarmente gradito presentarvi per la prima volta i fervidi, amichevoli auguri del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso per la vostra gioiosa festa di ‘Id al-Fitr, che conclude il cammino fatto durante il mese di digiuno e di preghiera del Ramadan. Questo percorso rappresenta un tempo significativo per la vita della comunità musulmana e dona a ciascuno nuova forza per la sua esistenza personale, familiare e sociale. E’ infatti importante che ognuno renda testimonianza al messaggio religioso attraverso una vita sempre più integra e conforme al piano del Creatore, nella preoccupazione per il servizio ai fratelli ed in una solidarietà e fraternità sempre più grandi con i membri delle altre religioni e con tutti gli uomini di buona volontà, nel desiderio di lavorare insieme per il bene comune.
2. Nel travagliato periodo che stiamo attraversando, i membri delle religioni hanno soprattutto il dovere, in quanto servitori dell’Onnipotente, di operare a favore della pace, rispettando sia le convinzioni personali e comunitarie di ciascuno che la libertà della pratica religiosa. La libertà di religione, che non si riduce alla semplice libertà di culto, è infatti uno degli aspetti essenziali della libertà di coscienza, che è propria di ogni persona ed è la pietra angolare dei diritti umani. E’ prendendo in considerazione questa esigenza che potrà essere edificata una cultura della pace e della solidarietà fra gli uomini, e tutti potranno impegnarsi risolutamente per costruire una società sempre più fraterna, facendo tutto ciò che è in loro potere per rifiutare qualsiasi forma di violenza, per denunciare e respingere ogni ricorso alla violenza, che non può mai avere delle motivazioni religiose, poiché essa offende l’immagine di Dio nell’uomo. Sappiamo tutti che la violenza, in primo luogo il terrorismo che colpisce ciecamente e fa numerose vittime soprattutto tra gli innocenti, è incapace di risolvere i conflitti e non può che mettere in moto l’ingranaggio mortale dell’odio distruttore, a discapito dell’uomo e delle società.
3. Spetta a noi tutti, in quanto persone religiose, essere anzitutto educatori a favore della pace, dei diritti dell’uomo, di una libertà rispettosa di ciascuno, ma anche di una vita sociale sempre più forte, poiché l’uomo deve prendersi cura dei propri fratelli e sorelle in umanità, senza alcuna discriminazione. Nessuno può essere escluso dalla comunità nazionale a motivo della razza, della religione, né di qualunque altra caratteristica personale. Tutti insieme, membri di tradizioni religiose diverse, siamo chiamati a diffondere un insegnamento che onori ogni creatura umana, un messaggio d’amore fra le persone e fra i popoli. Spetta a noi, in particolare, formare in questo spirito le giovani generazioni che avranno la responsabilità del mondo di domani. Prima di tutto le famiglie, poi coloro che hanno responsabilità nel campo dell’educazione e l’insieme delle Autorità civili e religiose, hanno il dovere di curare la diffusione di un insegnamento giusto e di dare a ciascuno un’educazione appropriata nei diversi campi menzionati, in particolare un’educazione civica, che invita ogni giovane a rispettare coloro che lo circondano ed a considerarli come fratelli e sorelle con i quali è chiamato a vivere quotidianamente non nell’indifferenza ma con attenzione fraterna. E’ più che mai urgente insegnare alle giovani generazioni i fondamentali valori umani, morali e civici, necessari tanto alla vita personale che a quella comune. Ogni mancanza di civiltà deve essere occasione per ricordare ai giovani ciò che ci si attende da loro nella vita sociale. E’ in gioco il bene comune di ogni società e del mondo nel suo insieme.
4. In questo spirito, bisogna considerare importanti la continuazione e l’intensificazione del dialogo fra cristiani e musulmani, nella sua dimensione educatrice e culturale, perché si mobilitino tutte le forze a servizio dell’uomo e dell’umanità, perché le giovani generazioni non formino dei blocchi culturali o religiosi gli uni contro gli altri, ma siano autentici fratelli e sorelle in umanità. Il dialogo è uno strumento che ci può aiutare ad uscire dalla spirale senza fine dei conflitti e delle molteplici tensioni che attraversano le nostre società, perché tutti i popoli possano vivere nella serenità e nella pace, nel rispetto reciproco e nell’armonia fra le loro diverse componenti.
Per fare tutto ciò mi rivolgo con tutto il cuore all’attenzione di tutti perché, attraverso incontri e momenti di condivisione, cristiani e musulmani lavorino insieme, con reciproca stima, in vista della pace e di un avvenire migliore per tutti gli uomini; essi saranno, per i giovani d’oggi, un esempio da seguire ed imitare. I giovani avranno allora una rinnovata fiducia nella vita sociale e cercheranno d’inserirsi in essa prendendo parte alla sua trasformazione. L’educazione e l’esempio saranno così, per loro, fonte di speranza nel futuro.
5. E’ questo l’ardente auspicio che condivido con voi: che cristiani e musulmani sviluppino sempre più delle relazioni amichevoli e costruttive per condividere le loro specifiche ricchezze, e che essi vigilino in particolare sulla qualità della loro testimonianza di credenti!
Vi rinnovo, cari amici musulmani, i miei più fervidi auguri per la vostra festa e chiedo al Dio della pace e della misericordia che doni a tutti voi buona salute, serenità e prosperità.
Jean-Louis Cardinale TauranPresidente
Arcivescovo Pier Luigi Celata Segretario

[01340-01.01] [Testo originale: Italiano]
LE UDIENZE
Il Santo Padre ha ricevuto questa mattina in Udienza, nel Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo:

Delegazione della "Hochschule für katholische Kirchenmusik und Musikpädagogik" di Regensburg;

S.E. Mons. Francesco Coccopalmerio, Arcivescovo tit. di Celiana, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi;

S.E. il Signor Giuseppe Balboni Acqua, Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, in visita di congedo.
[01337-01.01]
RINUNCE E NOMINE
RINUNCIA DEL VESCOVO DI CROOKSTON (U.S.A.) E NOMINA DEL SUCCESSORE
Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Crookston (U.S.A.), presentata da S.E. Mons. Victor H. Balke, in conformità al can. 401 § 2 del Codice di Diritto Canonico.
Il Papa ha nominato Vescovo di Crookston (U.S.A.) il Rev.do Mons. Michael J. Hoeppner, del clero di Winona, Vicario Generale.
Rev.do Mons. Michael J. HoeppnerIl Rev.do Mons. Michael J. Hoeppner è nato a Winona (Minnesota) il 1° giugno 1949.Dopo aver frequentato le scuole elementari e medie locali, è entrato nel Seminario "Immaculate Heart of Mary" a Winona per gli studi filosofici. E’ stato quindi mandato a Roma al Pontificio Collegio Americano del Nord, dove ha compiuto gli studi teologici presso la Pontificia Università Gregoriana nel 1974. Ha seguito poi un anno di corsi per la Licenza in Teologia alla Gregoriana, ma è stato richiamato in diocesi prima di concludere.È stato ordinato sacerdote per la diocesi di Winona da Papa Paolo VI il 29 giugno 1975.Dal 1985 al 1987 è stato alunno della "Saint Paul University" di Ottawa (Canada), conseguendovi la Licenza in Diritto Canonico. Ha ottenuto anche un Master in Educazione dalla "Winona State University".Ha poi ricoperto i seguenti incarichi: Vice-parroco nella "Saint Joseph the Worker Parish" a Mankato (1975-1980); Insegnante della "Loyola High School" di Mankato, Direttore della "Pacelli High School" di Austin e Direttore delle Vocazioni (1977-1984); Vicario Giudiziale (1988-1997); Parroco della "Saint Paul Parish" in Minnesota City (1988-1992), della "Saint Casimir Parish" a Winona (1992-1997); Amministratore Diocesano (1997-1999); Vicario Generale (dal 1997); Moderatore della Curia (dal 1999).
[01339-01.01]
[B0501-XX.01]
TELEGRAMMA DI CORDOGLIO DEL SANTO PADRE PER LA MORTE DELL’EM.MO CARD. ADAM KOZŁOWIECKI, S.I. , 28.09.2007
Pubblichiamo di seguito il telegramma di cordoglio per la morte, avvenuta questa mattina, dell’Em.mo Card. Adam Kozłowiecki, S.I., missionario in Africa e primo Arcivescovo Metropolita di Lusaka, inviato dal Santo Padre Benedetto XVI all’Arcivescovo di Lusaka (Zambia), S.E. Mons. Telesphore George Mpundu:

TELEGRAMMA DEL SANTO PADRE
TO MY BROTHER THE MOST REVEREND TELESPHORE GEORGE MPUNDUARCHBISHOP OF LUSAKA
HAVING LEARNED WITH SORROW OF THE DEATH OF CARDINAL ADAM KOZLOWIECKI, SJ, I OFFER HEARTFELT CONDOLENCES TO YOU AND ALL THE CLERGY, RELIGIOUS AND LAITY OF THE ARCHDIOCESE OF LUSAKA, TOGETHER WITH THE MEMBERS OF THE SOCIETY OF JESUS. RECALLING WITH GRATITUDE THE FIRST ARCHBISHOP OF LUSAKA’S SELFLESS YEARS OF ZEALOUS EPISCOPAL AND MISSIONARY SERVICE, UNWAVERING COMMITMENT TO THE SPREAD OF THE GOSPEL AND SERVICE TO THE UNIVERSAL CHURCH, I JOIN YOU IN PRAYING THAT GOD OUR MERCIFUL FATHER WILL GRANT HIM THE REWARD OF HIS LABOURS AND WELCOME HIS NOBLE SOUL INTO THE JOY AND PEACE OF HIS ETERNAL KINGDOM. TO ALL ASSEMBLED FOR THE SOLEMN MASS OF CHRISTIAN BURIAL I CORDIALLY IMPART MY APOSTOLIC BLESSING AS A PLEDGE OF CONSOLATION AND STRENGTH IN THE LORD.
BENEDICTUS PP. XVI
[01341-02.01] [Original text: English]
[B0502-XX.01]

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