mercoledì 5 settembre 2007

In hoc signo vinces (1)

Cari Amici, in preparazione della Solenne Festa Liturgica della Santa Croce ho proposto di aprire una ricca discussione sulla Santa Croce, sul suo significato e origine.
Cari amici, come al solito, commentate e nei commenti se volete potete inserire anche degli approfondimenti sulla questione trattata in questa discussione.

Grazie e Buona meditazione!


La più sconvolgente delle mattine di tutta la Storia. Il sole era già nato, stendendo il calore dei suoi raggi sulla piazza del Pretorio, il cui tribunale, formasto da pietre multicolori,e ra chiamato in greco Lithostrotos, che significa lastricato o monticello di pietre. Niente meglio per riscaldarsi, sotto il calore del sole, della pietra. Nemmeno l'acqua ha la capacità di conservare il calore dell'astri-re come la pietra. Sotto quella luce stessa creata da Dio, lo stesso Dio stava per essere giudicato e condannato.
Tuttavia, non erano soltanto le manifestazioni minerali che lì sai facevano sentire. L'ordinamento della natura emanato dalle mani dell'Onnipotente, le creature incoscenti e senza vita, compiono il loro disegno per una determinazione di Dio. Vi sono esseri che posseggono libero arbitrio, ma non sempre usano correttamento questo dono ricevuto dal Signore di tutta la creazione. Peggio ancora, alle volte lo utilizzano malvagiamente in senso contrario. Comunque, mai nella Storia si è avuta una carica di odio di tali dimensioni contro il Creatore, nel cattivo impiego del libero arbitrio.
In quella piazza, sole e pietra si mantenevano fedeli all'ordine di Dio. Tuttavia, un governatore romano, che passò per la Storia e tutt'oggi è nominato nel Credo che preghiamo, non si lasciava influenzare dalla voce della coscienza e della grazia nel suo intimo: egli non avrebbe dovuto condananre, ma, come cloui che relativizza l'assoluto della Legge di Dio, stava cercando di trovare una soluzione intermedia tra la condanna e l'adorazione. Il popolo esigeva...
Quante volte il popolo ha agito bene chiedendo la condanna di un reo! Ma, se qualche volte il popolo ha sbagliato - e deve essere successo - mai si è equivocato tanto come in quella occasione.Era soltanto il popolo? No...
Lì stavano i farisei e gli scribi, che incentivavano tutti a gridare contro lo stesso Creatore una sentenza, non solo ingiusta, ma deicida: " crocifiggiLo! CrociffigiLo!
Niente faceva tacere il popolimo, fino a un determinato momento, quando il simbolo che avrebbe segnato più tardi le corone e il frontespizio delle Chiese, entrò nella piazza: era la Croce! Lo stesso simbolo della vergogna, dell'ignominia e della sconfitta cominciava ora la sua marcia trionfale attraverso i secoli.
Quella Croce che sarebbe stata abbracciata e baciata dal Divino Redentore, e con tanto amore caricata sulle sue adorabili spalle fino al Calvario, oltre a produrre un grande silenzio, ha diciso la moltitudine da una parte e dall'altra, rivelando simbolicamente il suo ruolo nel corso della Storia: davanti ad essa l'empietà sorriderà, la devozione la venererà ; alla sua vista alcuni impallidiranno, altri si prostreranno, alcuni proferiranno parole di disprezzo, altri verseranno lacrime di tenerezza; a causa sua motli tremeranno di paura mentre altri si consumeranno di amore. La Croce figurerà sempre nello splendente trono di Cristo, trasformata da legno di tortura ad albero di luce.

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