giovedì 6 settembre 2007

In hoc signo vinces (2)

IL PIù UMILIANTE SUPPLIZIO



Tra gli uomini dell'antichità, la Crocifissione era conosciuta come il più atroce e umiliante dei castighi - " maledizione di Dio" come ci riferisce lo stesso libro del Deuteronomio (21,23) - riservato soprattutto agli schiavi e anche ai malfattori, assassini e ladri la cui punizione pubblica sarebbe dovuta servire da esempio per tutto il popolo. Più tardi, con la dominazione di Roma, la legge esentava da tale pena i cittadini romani, per quanto grave fosse il loro crimine, non permettendo, in questo modo, che la dignità dell'Impero restasse macchiata. E questa è stata, precisamente, la morte che Cristo ha permesso per , assumendo la condizione di schiavo, non soltanto per redimerci dalla schiavitù del peccato, ma addirittura per farci re: un supplizio usuale del codice penale, con il procedimento che era applicato normalmente ai banditi; senza dubbio, il peggiore.
Secondo interessanti studi realizzati nel secolo passato da illustri medici europei, la morte in croce causa determinante asfissia. Subito, dopo la crocifissione, il condannato presenta violente contrazioni, generalizzate, il volto diventa violaceo, abbondante sudore gli scorre lungo il volto e da tutto il corpo, diventando particolarmente copioso nei pochi minuti che precedono la morte. Coloro che erano crocifissi morivano, in media, al termine di tre ore, dopo un atroce periodo di lotta. Nella sua opera " La Passione di nostro Signore Gesù cristo secondo il chirurgo" il dottor Pierre Barbet afferma: " Tutta l'agonia si svolgeva nell'alternanza tra abbattimenti e riprese, asfissia e respirazione. Di questo abbiamo la prova materiale nel Santo Sudario, dove possiamo segnalare un doppio flusso di sangue verticale che esce dalla piaga della mano, con un allontanamento angolare di alcuni gradi. Uno corrisponde alla posizione di abbattimenti e l'altro a quello della ripresa. Si capisce subito che un individuo sfinito come era Gesù, non avrebbe potuto prolungare questa lotta per molto tempo."

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